17 Feb Comunicare il vino significa raccontarsi.
Dallo scaffale al web, il vino deve trasmettere personalità, quella delle proprie radici.
Scegliere il vino non è facile. Il consumatore ha così tanti parametri da valutare che spesso finisce per scegliere istintivamente.
Ma qual è la narrazione che le aziende vitivinicole fanno delle proprie etichette? Puntano sulla marca, il territorio, il vitigno o sul valore aggiunto?
Oggi la comunicazione food&beverage è legata a keyword come famiglia, benessere, sostenibilità, attenzione. In poche parole, far conoscere chi c’è dietro la bottiglia di vino che prendiamo dallo scaffale o che scegliamo dal menù.
Una storia fatta di famiglie, lavoro, territorio. Proprio il territorio è il primo elemento di scelta da parte del consumatore e l’Istituto Marchigiano di Tutela Vini si muove da anni in questa direzione.
Non ultimo il consumatore si è evoluto, è attento, vuole conoscere e si informa così, smartphone in mano, visita i siti, gli e-commerce e i canali social delle cantine.
Le informazioni sono inutili, i plus ignorati, la qualità banalizzata se non comunicata in modo corretto. Qui, come in ogni campo, è necessaria l’esperienza di un team di professionisti che sappia riconoscere i valori di un’Azienda, metterli a sistema e sia capace di condividerli in modo efficace ad un pubblico di riferimento.
Studio Buschi sa bene che il vino è un prodotto che nasce dalla passione e dall’esperienza, quella di famiglie che tramandano il “saper fare bene” da una generazione all’altra.
Esperienza non significa non innovare, ma dare valore a chi cerca produzioni che premiano la salute, il benessere e la sostenibilità, promuovendo vini biologici, biodinamici ed aziende agricole ecosostenibili.
Sappiamo produrre eccellenze, è ora di raccontarlo per creare esperienze, soprattutto adesso che il Vinitaly è alle porte.